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L'ASSORDANTE SILENZIO STAMPA: quando non può disinformare sul
fumo, si tace.
Vista l'evidenza
scientifica alla mano, il linciaggio morale e
l'assalto legale alle multinazionali del tabacco non si può basare che su scienza rottame
che, quando messa sul banco degli imputati e in assenza di corruzione, perde sempre.
I media ruffiani di una "salute pubblica" che è
al soldo politico delle
multinazionali farmaceutiche pensano di agire "responsabilmente" dando
informazione politicamente selezionata al pubblico per pilotarlo. Essi fanno gran fanfara quando le
multinazionali sono "punite", ma convenientemente si "dimenticano"
di riportare che, in seconda o terza istanza, tali punizioni sono cancellate dalle corti
superiori. Ciò è sempre successo negli anni precedenti, e continuerà a succedere anche quest'anno. Quanto
riportato sotto o negli archivi è
solo una piccola parte delle numerosissime
vittorie dell'industria del tabacco, che non
non ha
perso cause se non quando il
sistema giuridico è stato alterato per farle perdere. Nel pathos
delle
mentalità odierna la scienza si decide nei tribunali - dove però le
multinazionali vincono sempre. Rifletteteci su: se veramente le
multinazionali dovessero pagare tutti i
miliardi di danni che i ciarlatani mediatici ci riportano,
sarebbero già sparite. Ed è per ciò che i media compongono le truffe
scientifiche che diffondono sul fumo con un silenzio irresponsabile e
vergognoso su queste vittorie.
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Informazione |
Data |
Riportata da: |
Big Tobacco non deve pagare una lira |
17/08/06 |
Nessun media italiano |
La masnada mediatica antifumo
italiana non sembra si sia "ricordata" di una notevole vittoria giuridica della Philip Morris (che certamente non è la nostra multinazionale preferita).
Non bisogna far vedere che Big Tobacco vince quasi sempre, perché bisogna
convincere la gente a smettere di fumare. Gli squali americani hanno
fallito ancora una volta di depredare le multinazionali di diversi
miliardi di dollari. In una sentenza di 1.653 pagine e piena di retorica
antifumo in cui si riafferma l'ideologia che il fumo causi morte,
devastazione, malattie e che metta a severo rischio il nostro pianeta di
smettere di ruotare attorno al sole
- nonché precisando che le multinazionali hanno violato la legge
cospirando per tenere segreti gli indicibili pericoli del fumo, non devono
però pagare una lira per queste scempiaggini. Naturalmente questa è
l'unica parte che i bastardi antifumo di oltreoceano riportano per
pubblico consumo. Le ragioni vere per cui le multinazionali non devono
pagare una lira sono in realtà le solite due: non si può uccidere la gallina dalle
uova d'oro; non si può dimostrare una morte da fumo.
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Sentenza storica: Corte Suprema
della Florida ribalta la super-sentenza di 145 miliardi di
dollari contro le multinazionali del tabacco |
7/07/06 |
Nessun media italiano |
Vi ricordate l'esultanza dei delinquenti antifumo, che nel 2000 lasciavano
intendere che finalmente i tribunali americani avevano riconosciuto che "il fumo
provoca il cancro" ed avevano "giustamente" punito i mostri del tabacco? Noi
riprendemmo la notizia anche nel 2001 prevedendo che, come al solito, la sentenza
sarebbe stata ribaltata dalle corti più alte (come succede praticamente
sempre) con qualche scusa - sebbene la ragione di base sia sempre la stessa:
non si può provare scientificamente che fumare provochi una sola morte -
una verità che è indisputabile. La stampa internazionale ha riportato la
notizia con grande rilievo e con grande celebrazione dei mercati finanziari che
si sono subito precipitati a comprare stock e a rendere l'investimento nelle
multinazionali del tabacco più ambito che mai. In Italia, invece, silenzio
tombale su questa importante notizia. Perdiana, non si può mica far
sapere che le multinazionali vincono - è questione di salute! Tutti
devono credere che il fumo fa male, no?
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Tribunale di Seattle sventa
tentativo di estorsione di soli 10 milioni di dollari
(articolo
del CNN Money) |
16/05/06 |
Nessun media italiano |
Se i media ignorano le vittorie grandi per sostenere
la truffa antifumo, figuriamoci quelle piccole. Vittoria facile questa volta per
la RJ Reynolds a Seattle contro un tentativo di estorsione relativamente
modesto, solo 10 milioni di dollari. Il tentativo è stato implementato dal
marito di una donna morta di cancro polmonare 11 anni dopo aver smesso di fumare
le Winston e le Winston Light 100. "La donna era al corrente dei rischi del
fumo", ha detto la giuria. La corte non ha commentato né sull'impossibilità
di dimostrare scientificamente una morte da fumo né sull'assurdità di ipotizzare
una causalità dopo 11 anni che si è smesso da fumare. Una volta tanto la notizia
è riportata nella sezione appropriata anziché nella sezione salute: "Money". |
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