Nato in Sheerbroke,
Québec, Canada, Pierre Lemieux è un economista, autore, insegnante e consulente, Egli è
professore di scienze amministraitve all'università di Hull, Québec, e co-presidente del
Groupe de Recherche Économie et Liberté. Autore di numerosi libri, Lemieux ha tenuto
numerose conferenze, e pubblicato molti articoli in giornali accademici, riviste e
quotidiani.
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UNA
STANZA FUMOSA E I COSTI SOCIALI DEL TABACCO - Chiunque abbia
seguito la letteratura sui “costi sociali” del fumo negli ultimi due
decenni, dev’essere
rimasto profondamente colpito dal modo in cui i governi statali hanno
giustificato le loro cause contro le industrie del tabacco alla metà
degli anni ’90, dal fatto che queste ultime hanno scalpitato per
abbandonare l’aula, e dal fatto che alla fine hanno accettato il
patteggiamento del 1998, pagando 243 miliardi di dollari per costi che
in realtà l’erario pubblico non ha mai sostenuto. In
Smoke-Filled Rooms, W. Kip Viscusi fornisce risposte brillanti
a queste e altre domande.
FACCIAMOLA
FINITA CON L’APARTHEID DEL FUMO -
"La
prossima frontiera proibizionista saranno le abitazioni e le automobili
private. Sono già stati compiuti molti passi in questa direzione. In molte
giurisdizioni, non si può fumare in una boutique che si trova nella casa di
qualcuno (come sono molti negozietti del paese, per esempio). Un professore
di giurisprudenza dell’Università di Moncton sostiene che i genitori che
fumano possono violare il codice penale. Le
settimane nazionali contro qualcosa dovrebbero essere giudicate per quello
che sono: la regressione a una società repressiva."
MA DIO HA SMESSO DI FUMARE?
- In questo bellissimo articolo, Pierre descrive l'estremo fanatismo dei fascisti della
salute. La WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) sta cercando di ampliare la sua
guerra santa contro il fumo coinvolgendo i leader delle varie religioni, e cercando di
scatenare pure il fanatismo religioso contro i fumatori. E quando il pastore protestante,
prof. Basset, afferma che "il fumo (
) è intrinsecamente legato alla storia
religiosa del genere umano", e che "è possibile proporre, ma non
imporre, gli ideali della buona salute, se essi mostrano di prediligere valori come il
relax e il senso di "star bene" che il tabacco determina", la sua
dichiarazione non viene messa nel sommario dell'incontro, ma solo riprodotta nell'indice
alla fine degli atti, in piena etica antifumo.
I COSTI SOCIALI DEL TABACCO:
TUTTO FUMO, NIENTE ARROSTO - Accade sempre più spesso che le proposte per
aumentare le tasse sul tabacco e controllare il fumo siano basate sull'argomento dei
"costi sociali". Ad esempio, Howard Barnum, economista della Banca Mondiale,
sostiene che "il mercato mondiale del tabacco produce una perdita complessiva di 200
miliardi di dollari statunitensi annui". É un fatto scontato che il fumo abbia un
netto costo sociale, vero? Non esattamente.
SAREBBE PREFERIBILE LA SEMPLICE
ESTORSIONE - Quindi, considerando tutte le spese sanitarie incorse nell'arco
di una vita, i fumatori gravano meno dei non fumatori sull'erario pubblico.
Conseguentemente, ciò significa che non esiste alcuna spesa che lo stato possa
legittimamente recuperare dai fumatori attraverso l'industria del tabacco. La causa del
governo federale somiglia dunque più a un'estorsione che ad ogni altra cosa, come ha
suggerito un avvocato della Philip Morris.
IL FASCISMO E LA CAMPAGNA CONTRO IL FUMO
- Osservando le politiche adottate dal partito Nazionalsocialista, che governò
la Germania dal 1933 al 1945, dal punto di vista di un osservatore del ventesimo secolo,
esse appaiono sorprendentemente moderne. ... I nazisti istituirono severi controlli
anti-fumo, incluse restrizioni sulla pubblicità e divieti in molti luoghi di lavoro,
negli uffici governativi, negli ospedali e in seguito anche su tutti i treni ed autobus
nelle città. In alcune località divenne illegale per le donne acquistare sigarette.
"La donna tedesca non fuma", proclamava uno slogan nazista.
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